Cabreo del Conte di Steinfort, Parigi, da Wikipedia
Da qualche tempo sono in contatto per email con Paolo Orlandi, un altro Blogger che gestisce un sito simile al mio, ma dedicato ai software della concorrenza, ovvero ESRI. L'argomento del Catasto ci ha fatto scambiare informazioni e pubblicare reciprocamente un articolo.
Qui di seguito quanto ha scritto Paolo su catasto, Cabrei e Sigma Ter, che mi sembra molto interessante...
GimmiGIS
Dai cabrei a SigmaTER - Riscoprendo i progenitori del GIS
Questo vuole essere un post polemico-informativo che mira a confrontare la qualità della cartografia di oggi e quella di qualche centinaia di anni fa.
Recentemente, per una ricerca sulla cartografia storica del Comune presso il quale lavoro, ho avuto la fortuna di poter “toccare con mano” (come direbbe il buon Mastrota), cartografie catastali del catasto Carafa (fine del settecento) e dei
cabrei (1612).
Devo dire che sono rimasto impressionato dalla precisione e dalla puntualità delle informazioni, oltre naturalmente alla bellezza estetica di queste mappe. Non appena avrò riprodotto il cabrei, ne hosterò una tavola per farvi vedere come si poteva coniugare arte e scienza.
Al giorno d’oggi, il progetto cartografico più ambizioso, a livello italiano, è sicuramente Sigma Ter che coinvolge buona parte delle Regioni italiane, fra cui Emilia Romagna, Toscana, Valle d’Aosta, Liguria.
Un Progetto che si dice costato circa 60 Milioni di euro, si ripropone, fra le altre cose, di integrare le banche dati catastali (alfanumeriche e cartografiche) con le banche dati degli enti locali al fine di renderle integrate e al fine di avere la possibilità di consultare informazioni fra loro complementari.
Fino a qui tutto bene, se non fosse che la cartografia catastale italiana, salvo qualche raro caso, ha una qualità grafica molto scarsa.
Per “qualità grafica molto scarsa” intendo che si trovano molti buchi e sovrapposizioni fra due mappali contigui, senza parlare dei mappali doppi o tripli all’interno dello stesso foglio, numeri di mappali mancanti…..
Inoltre, come sapete certamente, il catasto vede i fogli catastali come delle porzioni di terreno a sé stanti. Ovvero un foglio catastale, secondo il catasto, è come un’isola in mezzo al mare, non contempla i fogli adiacenti.
Quando si vanno a georiferire i vari fogli ci si rende conto che questo strano modo di vedere il continuum cartografico porta ad avere parecchi problemi di sovrapposizioni fra un foglio e il foglio accanto, che naturalmente, oltre a restituire dati cartografici sbagliati, particelle che ritrovano contese fra due o più fogli, non permettono di effettuare analisi spaziali precise.
Il secondo problema di natura squisitamente informatica è che le banche dati catastali , con tutti i loro errori ed imprecisioni devono essere “convertite” dal loro formato proprietario (SOGEI) e “distribuite” fra un’ente ed un altro.
E qui si dovrebbe aprire una parentesi di carattere legale, che non voglio aprire per evitare di farmi oscurare il blog .
Vi consiglio di visitare
www.openpdd.org .
Non vi dico altro. Fate voi le vostre considerazioni…..ma tenetevele per voi e non postatele….Il terzo e forse non ultimo problema, è di carattere infrastrutturale, ovvero:
il progetto Sigma Ter si basa sul presupposto dell’esistenza di una rete internet “superveloce” che ha cambiato 3 o 4 nomi, ma la cui realizzazione non è stata ancora completata.
Può sorgere quindi spontaneo chiedersi se sia meglio una vecchia mappa cartacea acquerellata su carta ingiallita, o se sia più giusto realizzare una infrastruttura hardware e software da 60 Milioni di euro che ha delle lacune di base che non possono essere certo colmate dalla conoscenza tecnica, matematica ed informatica maturata dal seicento ad oggi.
Recentemente, ad una conferenza in cui veniva presentato lo stato di avanzamento dei lavori di Sigma Ter, è stata proiettata una slide che recitava “Sigma Ter non è fallito, ma è attivo e funzionante”.
Sicuramente, i nostri progenitori gissari, che dipingevano con gli acquerelli i cabrei non si sarebbero mai sognati di ribadire che la loro cartografia “non era fallita”…..forse perché non lo era.
Paolo Orlandi